Lenny – Bob Fosse

Camillieri«Ha combattuto una guerra su un campo di battaglia dove ogni vittoria fa male. Lenny Bruce era cattivo, era il fratello che non hai mai avuto»
(Bob Dylan, Lenny Bruce)

Vi dirò, questo non è un film che amo, perché un film imperniato su un comico che, non solo non fa ridere, ma annoia, non è propriamente ciò che ci si aspetterebbe.
Eppure, proprio di questi tempi, si sente la necessità di vedere pellicole come questa, con al centro una figura molto controversa ma che ritrovò ampia approvazione ed emulazione nel mondo dello spettacolo e della satira.
Il film ha un piglio documentaristico, è interpretato da un bravo Dustin Hoffman e si avvale di un’ottima fotografia; pecca nel ritmo, come detto, ma esercita comunque un fascino strano sullo spettatore. La parolaccia è portata alle estreme conseguenze, lo scopo è proprio quello di impoverire la parola del suo suono e ridurla alla sua sostanza, Bruce sapeva bene che un conto è dire “tetta” o “culo” ed un altro “seno” o “sedere”. Il problema è che, per dimostrarlo, doveva utilizzare una terminologia forte e volgare, che lo portò a cozzare contro il perbenismo e la censura, attraverso accuse di oscenità che lo portarono di fronte ad una giuria.
Nemmeno a dirlo, dietro alcune incursioni nei suoi spettacoli, culminate con l’arresto, c’erano figure ecclesiastiche, preoccupate di garantire la morigeratezza dei costumi o, più prosaicamente, la censura della libertà di parola e di pensiero.
In fondo, Lenny Bruce era consapevole (almeno stando alle immagini della pellicola) di non rappresentare nulla di nuovo, egli stesso cita Aristofane, fa risalire i problemi della satira agli esordi della civiltà, ma non può astenersi dal combattere una lotta che ha nel sangue. Morirà giovane, per overdose, ed a dimostrare l’odio che la società aveva nei suoi confronti, i poliziotti lasceranno che il suo corpo nudo venga devastato dai flash della stampa, per dimostrare al mondo che rispetto meriti chi combatte per la libertà di parola. Per fortuna, artisti di ogni tipo, dedicheranno a Lenny Bruce i loro tributi, cercheranno di edificarne l’immagine martoriata dalla stampa, cercando di impedire che la sua figura morisse nell’indifferenza.

di Marco Camillieri

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