L’Italia si è persa ma esiste una piccola realtà, Vetrya, una speranza di cambiamento

Ci sono tanti modi, dice l’eretico, di interpretare frasi storiche. Ci fu un vecchio presidente, Enrico Einaudi, che ebbe a dire che: “Il denaro dei contribuenti deve essere sacro”. Cioè, che non deve essere sprecato. Che deve servire per il benessere dei cittadini. Che non deve essere preda di mafie, di banche, di camarille politiche.

E’ una frase che piace tanto e viene spesso citata da Ernesto Maria Ruffini, nuovo direttore della Agenzia delle entrate ed ex presidente di Equitalia.
E verrebbe da credere, spiega l’eretico, che sia l’inizio di un nuovo corso, di un intervento deciso che aggredisca la mostruosa evasione fiscale annua di 180 miliardi di euro, il doppio percentuale della media europea … che fino ad oggi è stata il motore dell’ingiustizia nazionale, dei ricchi più ricchi e dei poveri più poveri.
In realtà, ritiene l’eretico, nel punto di vista del successore della sig.ra Lombardi (entrambi “leopoldini” della prima ora) c’è qualcosa di poco chiaro, quando parla del contenzioso tributario (enorme, di 817 miliardi) in termini di di “debiti in magazzino”. In realtà, quello è sì un debito, ma degli evasori; e per lo stato è, o dovrebbe essere, un credito.
Dovrebbe essere, commenta l’eretico, perché 327 miliardi sono già definitivamente inesistenti, per debitori morti o falliti o (?) nullatenenti.
E, dei rimanenti 490 miliardi, 345 sono stati finora persi per falliti tentativi legali e 30 sono al momento sospesi.
Rimarrebbero, come ammontare di credito per possibili recuperi con operazioni di rottamazione e simili, 95 miliardi.
Questo per i crediti in magazzino. Ma per i 180 miliardi di evasione corrente ogni anno? Per essi i recuperi più volte millantati dall’ex premier (oggi co-affossatore della proposta di legge elettorale) sono sempre stati inferiori al 10%.

A proposito di legge elettorale, osserva l’eretico, siamo sicuri che un sistema maggioritario garantisca la governabilità tanto cara agli uomini soli al comando?
In Inghilterra, negli ultimi vent’anni, per tre volte hanno dovuto effettuare alleanze, quest’ultima – forse – con un gruppo inverosimile.
Negli Usa ha prodotto un Trump, non si sa se più pericoloso in politica estera o negli affari interni.
E da noi in tre anni, nell’ultima legislatura, 252 parlamentari hanno cambiato schieramento. Uno su quattro, nientedimeno. Che sono stati eletti con legge maggioritaria a liste bloccate, poi dichiarata addirittura incostituzionale. Che hanno dato fiducia a tre diversi governi …

C’è un problema di sistema elettorale, ne conviene l’eretico, che è soprattutto un problema di maturità del corpo elettorale. Nei ricordi lontani di un sistema solo proporzionale la scelta era in realtà illusoria. Su 4 preferenze i grossi partiti ne bloccavano 3, con il voto organizzato delle strutture periferiche. La quarta era poi inessenziale, perché gli eletti sicuri erano quelli delle prime 2, e solo per quelli della terza c’era l’incertezza legata alle percentuali nazionali raggiunte.
Le cose andarono meglio, dice l’eretico, con la riforma predisposta dal nostro attuale presidente, Sergio Mattarella, che prevedeva collegi uninominali per il 75% degli eletti (con il 25% per garantire la rappresentanza) .
Con un elettorato maturo, infatti, si scelgono persone, non partiti. Questi ultimi, in ogni zona, avrebbero la responsabilità di proporre le candidature come credono meglio. Con primarie, con consultazioni web, per ispirazione divina, per pretesa dei segretari generali., non importa come.
Sono persone, quelle elette. Non è calcio, con maglia, rossa, azzurra, verde, con stelle o con strisce o con un nome carismatico. E’ politica, quella vera.
Sono persone. Per le quali è ancora valido, e in questo modo ineccepibile, l’articolo 67 della Costituzione: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. E’ triste pensare ai vincoli di mercimonio dei nostri tempi.

C’è stato qualcosa, è triste l’eretico, che è finito nel giorno della festa della Repubblica. Non troveremo più nelle edicole l’Unità, il giornale fondato nel 1924 da Antonio Gramsci.
E’ uscito, l’ultimo numero, con un titolo: “Così si calpesta una storia”.
Con un editoriale gramsciano: “Noi che odiamo gli indifferenti”.
Era sopravvissuta, l’Unità, al fascismo, nella clandestinità.
Non oggi, nella sua trasformazione “renziana”.

C’è un’ultima cosa, un momento di speranza. Ci tiene l’eretico, a farlo conoscere. E’ una start-up in Umbria, ad Orvieto. Si chiama Vetrya, opera nel campo dei servizi digitali.
Ha poco meno di cento dipendenti e un fondatore, Luca Tomassini, che ha pensato ad Olivetti, alla sua “Comunità”.
Ha investito sulle persone, che hanno a disposizione un campus con palestra,pista da running, centro benessere, campetto di calcio, asilo ed area giochi per i figli.
Nel lavoro non c’è cartellino, non ci sono orari fissi e il carico relativo viene ridistribuito, con condivisione, comunicazione e collaborazione continua e le retribuzioni vanno oltre la media.
E’ un’impresa che cresce, dove il profitto è funzionale alle persone, non all’egoismo. Dove si dimostra che anche da noi è possibile avere una imprenditoria pulita, che piacerebbe a papa Francesco.
E allora, per il lavoro che non c’è, per la ripresa che dovrà esserci con una politica diversa, per il lavoro a misura di donna e d’uomo, allora, come disse il Che, come si diceva una volta: “Dos, tres, muchos Vetrya!

di L’eretico

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