Incendio in Sicilia. Bruciati ettari di bosco in un susseguirsi di roghi infiniti.

La colonna di fumo si è levata alta nel cielo, grigia e bianca, accompagnata dal forte vento di un giorno d’incendi. La Sicilia ha perso in poche ore un patrimonio naturale di verde, alberi centenari sono diventati cenere e con loro sono morti, soffocati dal fumo e bruciati dalle fiamme, tanti animali, compresi animali da allevamento.
Vitellini incapaci di fuga giacciono in terra, ricoperti da polvere grigio nera, impossibili da salvare in una fuga precipitosa, nell’inferno crepitante di fiamme. E’ un dolore guardare le immagini di tanta distruzione, ricordare di aver camminato tra quegli alberi, respirandone la fragranza, riempiendo gli occhi di orizzonte e il cuore di serenità. La pineta era stata nei discorsi densi di memorie pochi giorni prima. Le passeggiate tra quegli alberi, foto di qualche matrimonio, una gita con i compagni del ginnasio. Quella pineta ha conosciuto la fatica dei camminatori, i baci di qualche innamorato, le risate dei bambini.
Avrebbe dovuto essere l’eredità delle generazioni prossime, un modo per camminare nel senso della continuità tra le generazioni. Meraviglioso patrimonio distrutto.
E’ triste pensare che sia stata la mano di qualcuno a dare il via a tanta distruzione. Il caldo in Sicilia è stato intenso, si sono superati i 38 gradi. L’aria non si è mossa per giorni, restando afosa fino a notte fonda. Nessun incendio ha turbato le giornate, sotto quel sole. D’improvviso il tempo è cambiato, scesa di poco la temperatura, si è alzato un vento forte. E il pensiero di molti è andato al pericolo dato dal fuoco. Perché quelle sono le condizioni ideali per dare forza al fuoco, perché sia difficile bloccarne il cammino. I piromani e i criminali sono entrati in azione e le fiamme sono divampate, come se non aspettassero altro, per distruggere un sogno verde e, dopo aver preso vita, hanno minacciato il centro abitato di Chiaramonte Gulfi, hanno preoccupato e iniziato a far pensare che si rischiava davvero molto. Chiaramonte è un gioiellino, un paese circondato da un paesaggio mediterraneo e da una pineta che gli conferiva un’aria preziosa. E adesso oltre cento ettari sono andati persi, mangiati, divorati dal fuoco. Le colline si sono colorate di nero.
Ora si sente solo l’odore del legno bruciato, che persiste tra le vie del paese, in un continuo allarme di focolai da spegnere, con il desiderio di tutti, nel cuore, di far rivivere l’incanto di una piccola foresta da fiabe.
Se qualcuno ha dei dubbi, ha visto qualcosa, sarebbe davvero una cosa saggia rivelarlo. Se c’è un Qualcuno incendiario, questo qualcuno deve pagare, va denunciato.
E nei giorni successivi lo stesso scenario si è ripetuto, si sta ripetendo a San Vito Lo Capo (TP), Messina, Enna, nel territorio palermitano, sul Vesuvio. Non può essere un caso, solo gli uomini sanno commettere crimini di tal genere. Si aprano per loro le porte della galera.

di Patrizia Vindigni

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