Papa Francesco sui migranti, solo contro l’Europa

Mentre la Commissione europea si dice essere al lavoro sul tema migranti, con l’auspicio di una Italia che all’Ue chiede un sostegno vero e concreto per riuscire a far fronte ai flussi di richiedenti asilo che arrivano dal Mediterraneo, Francia e Spagna tirano fuori la testa e pare vogliano opporsi con forza allo sbarco dei migranti nei loro porti.

Questa presa di posizione arriva proprio quando, passata la prima metà dell’anno, iniziano i conti che, come riferito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, superano la soglia dei centomila tra migranti e rifugiati arrivati in Europa via mare dall’inizio di quest’anno, con l’85% giunto sulle coste italiane e la restante percentuale divisa tra Grecia, Spagna e Cipro. Un vero e proprio fiume di persone, di cui più di duemila non hanno mai visto la terra dell’arrivo: la tragedia nell’emergenza dei tanti, troppi, che nelle nostre acque muoiono.

E mentre ministri e commissari europei si incontrano e discutono, chi prende parola pubblicamente riportando alla mente quelli che dovrebbero essere i veri principi circa l’approccio a un tema così vivo attualmente come quello della gestione di chi chiede aiuto, è Papa Francesco, che durante uno dei suoi ultimi Angelus ha richiamato ancora una volta l’attenzione su quella che è, o dovrebbe essere, la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione pacifica e solidale. Noto per la sua attenzione verso chi cerca semplicemente una nuova e migliore possibilità nella vita, il Pontefice ha inoltre affrontato il tema inviando una nota al direttore dell’Ansa, in cui parla sì dell’importanza del rispetto delle leggi del Paese che accoglie, da parte di chi vi giunge, ma sottolineando come si debba promuovere una vera cultura di sostegno e aiuto – e non pregiudizio e paura – verso chi scappa da guerre e povertà. Il Papa solo contro tutti, nell’azione ma soprattutto nel farsi promotore di rinnovamento culturale, necessario perché sia la società prima che la politica a farsi carico e a sostenere un impegno che non è propaganda e non significa una manciata di voti in più o in meno: significa incarnare quei valori di inclusione e modernità cui l’Europa aspira. Almeno in teoria.

Di Giusy Patera

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