Il pianto del sacchetto abbandonato nella città di …

Il sacchetto dove lo metto, dove lo metto, non si sa… un posto potrebbe essere lungo la strada, in una contrada dove passano poche automobili, ad un’inversione di marcia passando sotto il ponte. Un, due, tre e il lancio dell’indifferenziata è fatto. E’ come l’abbandono di un cane, animale spesso trattato dall’essere (dis)umano come spazzatura. E il sacchetto resta lì, nell’identico modo del cucciolo abbandonato, fermo, immobile ad attendere che il padrone torni a prenderlo, con le stesse probabilità che ciò possa accadere.

Nel frattempo automobili che sopraggiungono lo investono. disperdendone i resti lungo la strada.

Il principio di inciviltà è identico. Si abbandona ciò che non serve, senza regole, senza rispetto della convivenza sociale, senza rispetto né degli animali, in un caso, né del prossimo o del pianeta, nell’altro.

E’ una mentalità senza senso, di chi non vuole pagare tasse, di chi scarica sugli altri la responsabilità dei propri gesti, di chi sminuisce per ignoranza o ristrettezza mentale o per semplice (diffusa) strafottenza il proprio personale, scelto, voluto, gesto di inciviltà.
Occorrerebbero telecamere in ogni dove per visualizzare le targhe di questi amorali, incompatibili socialmente, esseri (dis)umani. Probabilmente se venissero fermati, scoperti e perseguiti si scoprirebbero molte storie di evasori, di gente che non ha mai (mai) pagato le tasse sulla spazzatura, forse scopriremmo che qualche persona dall’aria pulita e perbene esce al mattino, prima di andare nel proprio studio (ovviamente lindo e pulito come la casa che abitano), con un sacchettino dall’aria innocente che, con aria altrettanto innocente, scaglierà dal finestrino della propria auto, fuggendo, pronto a ripetere il gesto, giorno dopo giorno.

Tanto chi inquina sono gli altri.

E lo schifo lasciato per strada non sparirà nel nulla, il suo fetore accompagnerà le nostre passeggiate, la plastica ucciderà qualche animale, riempirà i campi dove nasceranno i frutti che porteremo sulle nostre tavole.
E se il problema è non volere dichiarare di non aver mai pagato la spazzatura, se si attraversa un momento difficile della propria vita in cui pagare quegli importi è un problema, a tutto questo si potrebbe ovviare con degli interventi mirati, con delle leggi. Si potrebbero anche montare delle telecamere mobili nei luoghi di abbandono per cogliere l’incivile in fallo. Costa? Sicuramente si ma molto meno di quanto pagheremo in termini di immagine, pulizia, inquinamento entro il prossimo anno.
A te che già prepari il sacchetto per domani ricordo che dovrai presto nutrirti della stessa spazzatura che tanto coscienziosamente vai seminando.
Non indico la città che mi ha ispirato perché credo che questa realtà riguardi molti, troppi luoghi ma se ritenete possa rispecchiare la vostra realtà potrete indicarlo pubblicandolo sulla vostra pagina nell’ottimistica illusione che qualcuno si ravveda e che le amministrazioni provvedano.

di Patrizia Vindigni

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