Global compact for Migration

Il Global compact for Migration è il primo accordo negoziato intergovernativo che, sotto l’egida delle Nazioni Unite, tenta di dare risposte globali al problema della migrazione. Il principale è la creazione di una rete internazionale per l’accoglienza “sicura” e di “sostegno”. In Marocco, il 10 e 11 dicembre, è il programma la conferenza chiamata ad adottarlo formalmente. L’Italia dice no al Global Compact sulle migrazioni proposto dalle Nazioni Unite.

Parlando alla Camera, Salvini, il ministro dell’Interno, ha annunciato che nessun rappresentante del governo sarà presente al summit che si svolgerà a Marrakech. Solo, due mesi fa, parlando all’assemblea delle Nazioni Unite, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aveva annunciato il “sostegno italiano al Global Compact, perché i fenomeni migratori richiedono una risposta strutturata, multilivello, di breve, medio e lungo periodo da parte dell’intera comunità internazionale”. Sul piano internazionale, il no italiano, si aggiunge a quello, degli Stati Uniti di Trump, di Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Australia e Israele.

Il Global Compact, giuridicamente non vincolante, contiene una serie di raccomandazioni su come affrontare il tema delle migrazioni a livello globale. Il punto centrale alla base della proposta delle Nazioni Unite, è che solo un approccio globalmente condiviso possa affrontare in modo efficace fenomeni distruttivi come le migrazioni e i cambiamenti climatici. Soltanto lavorando insiemaldarellie, infatti, si possono raggiungere gli obiettivi indicati dal Global Compact anche per ridurre le cause prime delle migrazioni, cioè le guerre, la fame e la povertà. Obiettivi che sono di tutti, almeno dovrebbero esserlo, ma assistiamo ad una presa di posizione dei paesi ricchi, che egoisticamente, si arricchiscono sfruttando e fomentando le guerre nei paesi poveri, per poi abbandonarli al loro destino. Così l’Italia, paese di migranti in uscita dai primi del novecento, che non vuole accogliere i migranti in entrata e non partecipa, ad una conferenza internazionale che affronta un tema così complesso.

Una vergogna per un governo che ha incantato gli italiani con la promessa del cambiamento. Una vergogna cercare voti e consensi sulla pelle di milioni di donne e bambini.

di Claudio Caldarelli

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