Donne e ruoli di comando: un binomio ancora indigesto per molti

Nel mese dedicato alle donne e alla condanna di ogni forma di violenza e discriminazione, un altro episodio, avvenuto tempo fa ma tornato alla ribalta in questi giorni per una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione, ci mostra quanto ancora la strada per l’eguaglianza e la parità dei sessi sia lunga e tortuosa. Nonostante, sulla carta, uomini e donne godano degli stessi diritti, ancora oggi, nel mondo del lavoro, le donne che ricoprono incarichi di responsabilità sono assai meno rispetto agli uomini e, spesso, a parità di incarico, lo stipendio percepito da una donna  è sensibilmente inferiore rispetto a quello percepito da un uomo.

Recentemente ci siamo occupati di una donna transgender, Christine Hallquist, candidata alla carica di Governatore in Vermont e ai vertici di una importante società energetica guidata per tanti anni da uomo, e di come lei stessa abbia dichiarato come, non appena divenuta donna, l’atteggiamento nei suoi confronti sia immediatamente mutato. Se questo vale per ogni ambiente lavorativo, ancora di più vale in ambiti che, storicamente, sono sempre stati esclusivamente maschili. E’ il caso dell’ambiente militare, e, più nello specifico, della Marina Militare. Siamo a bordo della nave Martellotta, nave multiuso della Marina in forza a La Spezia, dove il trentaquattrenne sottocapo di prima classe Alessandro S., impiegato con mansione di cuoco, avrebbe reagito, nel corso di un’assemblea generale dell’equipaggio tenutasi nel febbraio 2016, ad un rimprovero di un suo superiore (rimprovero relativo ad un episodio accaduto nello stesso periodo e per cui il militare si era reso colpevole di forzata consegna) dichiarando platealmente “ma guarda questa! Io non devo dar conto a nessuno”….”io sono un maschio e ho girato il mondo e non mi faccio comandare da una femmina”.

Parole molto gravi, costate al militare una condanna a 8 mesi di reclusione per insubordinazione con ingiuria e per altri reati militari commessi e collegabili all’evento, e che dimostrano ancora una volta quanto la reale parità tra i sessi sia ancora lontana. Se la legge, per fortuna, tutela le donne e la parità dei diritti, di fatto però la strada per una reale eguaglianza tra i sessi è ancora lunga e difficoltosa, soprattutto finché ci saranno uomini che mal digeriscono l’idea di una donna in un ruolo di comando.

di Leandra Gallinella