Io vado via

Nel mare magnum dell’internet si può navigare su rotte percorsi virtuali  ripercorrendo esattamente le rotte del mare  già solcate dalla migrazione, si può viaggiare idealmente sulle acque che hanno portato navi vere e vere storie. Nell’internet si può, solcando le onde del web, rivivere le paure, le ambizioni, le aspirazioni, le speranze e  le disillusioni di chi, per vari motivi,a cavallo degli ultimi due secoli , ha dovuto lasciare l’Italia.

 “…Il 23 settembre 1920 il bastimento Nordam culava maestoso le sue eliche nell’acqua turchina del grande Atlantico. Dopo quatordici giorni, sbatuto dalle onde dell’imenso oceano, per un caso di malattia infetta scopiata nel bastimento, ci trasbordarono tutti circa milesettecento passeggeri nell’Isola di Quarantina che si trova una mezzora distante da New York in mezzo al mare come prigione in esiglio…”

(Antonio De Piero, nato nel 1875 a Cordenons –Pordenone- operaio)

ITALIANI ALL’ESTERO, I DIARI RACCONTANO è un nuovo sito web, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano  (AR) e la Direzione Politiche migratorie e Italiani all’estero della Farnesina . Dal 1984 Pieve Santo Stefano, giusto al confine tra Toscana, Umbria e Romagna, ha affisso sul perimetro del proprio territorio i cartelli “città del diario”. Nell’archivio pubblico raccoglie diari, lettere, memorie autobiografiche, scritti di gente comune in cui si riflette la storia d’Italia. Una delle parti più significative delle testimonianze raccolte nell’archivio  alla voce “emigrazione” è stato messo online: 200 storie scelte tra più di mille, 5 pagine per ogni storia digitalizzate dai documenti originali, diari memorie o lettere, trascritte, titolate, introdotte, collocate nel tempo e geolocalizzate su una mappa, indicizzate con parole chiave che rimandano ai temi della vita e dei viaggi degli Italiani all’estero dall’800 fino ad oggi.

Immensa. La nave è veramente bellissima. E’ proprio come una città nel mare…

Appena fu in moto mi cominciò il cuore a tremare come quell’uomo che per la prima volta bisogna che ormai  lasci quel luogo natìo…

Ogni pagina è diventata un racconto, una voce e un volto fissato nelle vecchie fotografie, per un totale di mille racconti pubblicati. Racconti come scie che tracciano le rotte di terra e di mare, voci che legano sul filo dell’ entusiasmo e della nostalgia una ragnatela che tiene insieme la grande famiglia italiana nel mondo.

Nel mio sonno io viaggiavo lontano in quelle terre remote, in quella patria diversa, a noi tutta differente e già ripensavo ai miei cari genitori.

Scrive sul sito Nicola Maranesi:

“Ci sono le lettere di Adolfo Farsari, garibaldino che nel 1863 combatte da volontario la Guerra di secessione americana nell’esercito unionista. C’è il diario di un anonimo italiano che nell’agosto 1914 cerca di scappare dalla Bruxelles appena occupata dai tedeschi allo scoppio della Grande Guerra. C’è quello di Leonia Ferrari, che sopravvive al bombardamento a tappeto su Wurzburg il 16 marzo 195 nel corso della Seconda Guerra mondiale. In tempi più recenti Catello Cesarano racconta la rivolta degli studenti cinesi e i fatti di piazza Tienanmen, del 1989; Rosario Simone l’Iraq del 1990, quando inizia l’invasione del Kuwait; Mario Speranza, l’insurrezione nello Yemen del 1994 e Gaddo Flego, medico negli ospedali da campo, il genocidio del Ruanda… Sono i diari, le lettere e le memorie che racchiudono storie di italiani “qualunque”. “

di Daniela Baroncini

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