Il mare (Mediterraneo) in un cucchiaio

Costa della Libia. C’è gente sulla spiaggia ad aspettare. Sono solo sagome nel buio, venute chissà da dove, arrivate chissà come. Fuggite da chissà quali miserie, hanno raggiunto l’orlo del continente. Dietro le spalle non hanno più niente, davanti hanno Il mare soltanto. Indietro non sanno tornare, fermi non possono stare: partiranno per inerzia, perchè è l’unica cosa che possono fare. Si imbarcheranno come hanno fatto tutti gli altri come loro, prima di loro, in un mare che si riempie all’infinito.
Uomini in riva aspettano una possibilità.
L’acqua è calma, partiranno.

Costa Italiana, spiaggia di Civitavecchia. Un uomo, un berbero di Souk Ahras, Algeria, ha attraversato il mare per venire fin qua. Si chiama Agostino. Ha studiato, imparato. Ora sta per tornare a casa, in Africa. Guarda il mare.
L’acqua è calmo. Partirà.

Agostino è uomo di parole. Le parole ci sopravvivono, contagiano i pensieri, suscitano le emozioni, dettano le azioni. Le parole, scrive Agostino, sono preziosi vasi del significato. Sulla spiaggia davanti a lui un bambino ha scavato un buco nella sabbia. Con un vaso toglie l’acqua dal mare, col cucchiaio la versa nella sabbia. Vuole mettere tutto il mare in quella buca. Impossibile? Forse, ma più facile che dare risposte alle domande di Agostino, che si interroga sul senso di alcune parole: carità, amore, giustizia, fratellanza, uguaglianza, accoglienza.
Agostino è uomo di parole. Le parole ci sopravvivono, contagiano i pensieri, suscitano le emozioni, dettano le azioni. Le parole, scrive Agostino, sono preziosi vasi del significato.

È più facile che un bambino svuoti il mare col cucchiaio, che gli uomini possano arginare i viaggi della fame, del dolore, del bisogno, della libertà.

Sulla spiaggia di Civitavecchia c’è ancora una torre. Sulla torre c’è ancora una targa. Sulla targa ancora si legge il suo nome: Agostino. Sant’Agostino, l’uomo di domande, algerino, berbero, che da 1600 anni osserva un bambino travasare il mare con un cucchiaio e ancora ci chiede se fratellanza, speranza, uguaglianza, siano parole spendibili. Per quelli che sono sull’altra riva, la sua, e aspettano. Il mare è calmo, arriveranno.

di Daniela Baroncini