Disuguaglianza: i ricchi più ricchi, i poveri più poveri

Un mondo ingiusto, sempre più ingiusto, con il plauso dei governanti del mondo. Nessuno escluso. Tutti d’accordo o quantomeno silenziosamente accondiscendenti alla ricchezza che moltiplica ricchezza per pochi. Unica voce controcorrente quella di un povero Cristo, venuto da lontano, Papa Francesco che malgrado tutto, nelle sue omelie o Angelus parla di povertà. Di come le risorse dovrebbero essere redistribuite per alleviare le sofferenze e la fame.

Intanto, nonostante Papa Francesco, la disuguaglianza nel mondo cresce, si decuplica, aumenta in modo esponenziale e di conseguenza cresce la povertà e la fame. In 26, cioè ventisei persone, posseggono la ricchezza di circa 4 miliardi di persone. Un dato che dovrebbe farci riflettere sulla ingiustizia che si consuma in questo mondo, chiamato moderno, ma è solo un mondo disuguale, antisociale, ingiusto. La ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochi, nel 2017 queste fortune erano concentrate nelle mani di 46 persone, e nel 2016 erano 61 i padroni della ricchezza globale. Un trend che si riduce ogni anno.

Ogni anno aumentano i più ricchi, la loro ricchezza viene tolta alla popolazione mondiale che diviene più povera. Una situazione che non riguarda solo i paesi in via di sviluppo, anzi la tendenza alla concentrazione della ricchezza avviene in tutto il globo. Il profitto, il mercato, la proprietà intesa come mezzi di produzione, sono parte integrante di una concezione distorta che non tiene conto delle umane necessità della popolazione. Più aumenta la  ricchezza nelle mani di pochi, più aumenta la povertà globale. In Italia il 20% più ricco possiede il 72% della ricchezza nazionale. In Italia ci sono circa dieci milioni di persone che non c’è la fanno ad arrivare a fine mese. Ci sono milioni di pensionati che non riescono a mangiare se pagano la luce e l’acqua. Però il 20% più ricco detiene quasi 80% della ricchezza. Una distorsione ingiusta, che causa disuguaglianza sociale, etica e morale.

Per creare una società equilibrata che metta al centro la donna/uomo e si faccia carico della serenità degli anziani, garantendo la scuola e la sanità, è necessario passare dalla società dei mercati, alla società della fratellanza redistribuendo in modo equo la ricchezza eliminando il profitto e puntando su consumi intelligenti e al soddisfacimento dei bisogni primari, garantendo a tutti pari opportunità. Un mondo giusto insomma. Un mondo difficile da costruire. Ma con l’impegno e la mobilitazione sui temi sociali si può iniziare un cammino, sicuramente lungo, ma che può giungere alla metà. Il traguardo di un mondo dove l’uguaglianza e la fratellanza elimini i la differenza tra ricchi e poveri.

di Claudio Caldarelli