Un mondo uguale

I mali del mondo, la fame, la guerra, l’odio razziale e religioso, sono creati dalla disuguaglianza generata dal profitto. Nelle economie neoliberiste, le scelte economiche sono incentrate sulla esaltazione del libero mercato e nella sostituzione dello Stato nella vita pubblica. Così accanto allo sfruttamento disumano delle lavoratrici e dei lavoratori, prende piede la privatizzazione della scuola, della sanità, dei trasporti, dell’acqua.

Tutto ciò che accade in questo tipo di economia è finalizzato al massimo profitto. Significa che per garantire la massima ricchezza ai pochi, si devono impoverire i tanti. Più guadagno, più tu sei povero. La disuguaglianza continua a crescere di pari passo con l’aumento della povertà. L’essere umano viene così lobotomizzato, cioè, viene reso sub-umano, come scriveva l’abbè Pierre. Una umanità di non persone, alle quali è stata tolta la dignità di esistere. Il male contemporaneo, scrive il filosofo Alain de Benoist, è il risultato della pervicace azione, svolta nel corso degli ultimi secoli, dal liberismo.

Il liberismo svolge una azione sovversiva nei confronti dei rapporti sociali. La società, dice il filosofo, non è un mercato, la società è una comunità di persone che vivono in fratellanza. Un mondo uguale, dove la disuguaglianza sia sparita, è possibile. Come è possibile eliminare la fame nel mondo. Fame zero. È possibile. È la sana rivendicazione di una utopia realizzabile tra uguali. Ma il mercato, il profitto, ci rendono disuguali. Innescano la guerra di tutti contro tutti. Il liberismo va combattuto come tale, essendo il volto politico del capitalismo, che ha determinato con il mercantismo, la colonizzazione, dell’immaginario contemporaneo fatto di sogni e società di eguali. Il dramma dei migranti, così come i profughi siriani o libici o iracheni o yemeniti è il frutto delle economie di mercato e degli egoismi che essi rappresentano. Le scelte economiche globali producono profitti altissimi, allo stesso livello dei danni che producono al pianeta.

Sommare la distruzione della natura, alla disumanizzazione del genere umano, si ottiene il totale del profitto che rende ricchissimi i pochi detentori del potere mondiale. In un mondo uguale sarebbe sufficiente dividere la ricchezza globale per tutti i cinque miliardi di persone, per eliminare la disuguaglianza e tutti i mali che essa genera. Un mondo uguale è possibile.

di Claudio Caldarelli

Print Friendly, PDF & Email