Carsulae, antico crocevia nel cuore dell’Italia romana

Alla fine del III secolo a.C. il processo di romanizzazione dell’Italia centrale era quasi completato. Nel 220 a.C. il censore Gaio Flaminio decretò la costruzione della strada che porterà il suo nome: la Via Flaminia avrebbe unito, dal 187 a.C., Roma all’antica Ariminum (Rimini), entrata nell’orbita dell’Urbe già dagli anni sessanta del III secolo a.C.

La fondazione della città di Carsulae risale probabilmente attorno agli anni della costruzione della Via Flaminia, sebbene i ritrovamenti archeologici testimoniano una frequentazione dell’area già dal IX secolo a.C.

La sistemazione repubblicana della città prevedeva un nucleo abitativo comprensivo di botteghe e della piazza del foro, in cui si ergeva almeno un edificio basilicale. Ad oggi non esistono molte tracce riferibili a questo periodo, in parte perché gran parte della città ad oggi risulta ancora da scavare, in parte perché in età augustea e giulio-claudia ricevette un nuovo assetto e una risistemazione monumentale: a questa fase sono riferibili i monumentali tetrapili che si trovano a livello della piazza del foro.

La città era dotata di un teatro e di un anfiteatro ed era rinomata per le sue acque termali, che la rendevano meta di “villeggiatura”.

Dagli scavi archeologici risulta che vi fossero due templi gemelli, dedicati molto probabilmente a Castore e Polluce. In seguito, con l’avvento del cristianesimo, sui resti di un edificio romano, si innesta la chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano, i due martiri gemelli e medici, che ricalcavano il culto dei Dioscuri, praticato a Carsulae.

Durante il celebre “anno dei quattro imperatori”, tra il 68 e il 69, il territorio nei dintorni di Carsulae vide lo svolgersi di una delle fasi finali della lotta tra le truppe di Vitellio e quelle di Vespasiano, guidate da Antonio Primo, che dopo aver sconfitto il grosso dell’esercito del primo nei pressi di Betriacum, si fermò a Carsulae in attesa dell’arrivo del resto degli uomini.

Una continuità di vita è attestata per il II e il III secolo, mentre a partire dal IV secolo la città sembra del tutto abbandonata. Le cause sono da intravedersi in un cataclisma sismico e nella perdita di importanza di Carsulae, a favore dei centri posti sul ramo orientale della Flaminia.

L’ultimo edificio eretto sembra essere la già citata chiesa dei Santi Cosma e Damiano, costruita con materiale di reimpiego proveniente dalla città ormai in decadenza. Questo edificio venne restaurato e ampliato nel XI secolo sempre riutilizzando elementi provenienti dal sito di Carsulae. Al suo interno sono visibili alcuni marmi decorativi e porzioni di affreschi probabilmente del XIV secolo.

Sebbene ancora in gran parte da scavare, i resti attualmente visibili della città restituiscono l’idea di quello che dovette essere al culmine del suo splendore: una ricca città commerciale, importante crocevia di popoli e di merci, impiantata sul corso di una delle vie più trafficate dell’epoca.

di Fabio Scatolini

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