Affogare nell’indifferenza

Quattro bambini affogati al largo della Libia, nel mare della indifferenza. Quattro fratelli, piccoli. Una famiglia intera, genitori compresi. Affogano. Nessuno li aiuta. L’Europa li lascia affondare, senza muovere un dito. Solo parole. Parole vuote. Nessuna azione. I migranti continuano a morire. Solo questa settimana, scrive il quotidiano dei vescovi Avvenire, cinque naufragi: 200 migranti morti in un mare di indifferenza. Nel più tragico solo 9 su 120 si  sono salvati. Distrutta una intera famiglia con quattro figli. Solo Avvenire scrive di queste tragiche morti, per gli altri giornali, ormai, è solo un fastidio fare articoli sui migranti. Eppure cinque stragi in una settimana sono tante. Almeno 200 morti lungo la rotta dalla Libia all’Europa. L’Europa che non li vuole, che non li accoglie. Che li ricaccia indietro e spesso li lascia in balia delle onde che li inghiotte. Questo è successo nei giorni scorsi. Una famiglia intera, più altri 200, inghiottiti dalle onde. Le onde che avrebbero dovuto portarli in salvo, lontano dalla fame e dalla guerra dei loro paesi di origine.

Nessuna nave di soccorso in mare, bloccate dai provvedimenti italiani che ostacolano gli interventi della flotta civile e da una Europa che promette solidarietà, ma continua a cooperare con le autorità di Tripoli, sempre più coinvolte nella “mattanza” dei migranti. Delle donne e dei bambini. Una “mattanza” programmata, volontaria, tollerata, anzi sostenuta dalla indifferenza dell’Italia e dell’Europa. Unica voce fuori dal coro, la voce sempre più addolorata di Francesco, il Papa poverello che scrive l’enciclica “Fratelli tutti” per spiegare al mondo che i migranti sono i nostri “Fratelli” e noi siamo i fratelli di tutti. Così lo erano i quattro fratelli affogati, fratelli nostri.

Dei cinque naufragi segnalati negli ultimi giorni, il più grave è avvenuto il 21 settembre e si è saputo solo oggi, sabato 26 settembre: 111 morti, erano nostri fratelli. Solo 9 delle 120 persone sono vive, soccorse da un pescatore dopo giorni in mare. Tra le vittime, ci sono Oumar, Fatima e i loro 4 figli.

Secondo l’Alto commissariato per i rifugiati (UNHCR-ACNUR) in questo mese 8.247 persone sono state catturate dalla cosiddetta Guardia costiera libica e riportati nei campi di prigionia, dove poi, molti vengono torturati, le donne stuprate e violentate. In tanti spariscono e non si trovano più.

I migranti muoiono, affogano, nel Mediterraneo, inghiottiti dall’indifferenza. I fratelli, i nostri fratelli, tutti, muoiono dimenticati, solo Francesco piange per loro. Piange come si piange un fratello che muore.

di Claudio Caldarelli

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