The Economy of Francesco
Da una analisi riferita ai premi Nobel per l’economia è emerso un dato in qualche misura degno di attenzione, e cioè che in pratica è dalla morte di John Maynard Keynes (1946) che la scienza economica stenta a trovare una sua autonoma strada, lontana dal potere politico, indipendente nel campo della ricerca e della metodologia scientifica.
Abbiamo avuto invece una scienza economica tutta gestita sul modello della società dei consumi, che non è riuscita a far molto per evitare gli ultimi gravi fallimenti. Ricordo in particolare, per il nostro paese, uno studio di Bankitalia sugli ultimi trent’anni con cinque grandi crisi: nel 1992 Lira e Sterlina scacciate dallo SME; nel 2001 l’attentato alle Torri Gemelle; nel 2008-2009 il collasso Usa dei subprime; nel 2012 la speculazione sui debiti sovrani di Grecia e Italia; e infine nel 2020 le conseguenze della pandemia da corona virus.
Era sembrato che, almeno dopo il Covid, ci fosse un accordo mondiale che la vita e quindi la scienza economica non avrebbero potuto essere più le stesse e che con un vestito “più green” avremmo cambiato strada.
Ma non sembra che ci siano iniziative, nel campo dell’economia, che si muovano in questa prospettiva.
Non l’ONU, non l’Unione Europea, non i G8, non i G20 hanno promosso interventi di studio sull’economia del mondo che deve venire, che forse verrà.
“Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia”: è quanto ha detto, in lacrime, la 16enne attivista svedese Greta Thunberg, parlando al summit sul clima in corso all’Onu. “Ci state deludendo, ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento, gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi, e se sceglierete di fallire non vi perdoneremo mai”, ha aggiunto, attaccando i leader mondiali.
Ma qualcosa di nuovo c’è. Non negli studi dell’economia mondiale, non nelle istituzioni che guidano la politica
Ma nel pensiero, nella volontà di un uomo che viene dalla fine del mondo, di Francesco.
Si comincia a parlare di nuovi progetti, nell’Economia di papa Francesco, una sigla: “EoF” della quale sentiremo parlare. E cioè di lotta alla povertà, di istruzione, di ecologia affidata a giovani economisti di ogni paese del mondo, che in questi giorni ad Assisi si sono incontrati per la seconda volta, dopo il primo incontro di due anni fa (totalmente in screaming per la pandemia).
Questo è stato il saluto augurale di Francesco: «Spero che possiate usare i vostri doni per sistemare gli errori del passato e dirigerci verso una economia più solidale, sostenibile, inclusiva».
Si tratta quindi di esprimere un bagaglio di idee, ricerche e progetti concreti per “cambiare il mondo” e sconfiggere le diseguaglianze, con una rivoluzione che parte dal basso, da quei giovani economisti e imprenditori che due anni e mezzo fa papa Francesco ha chiamato a raccolta per costruire un modello di sviluppo più equo e sostenibile, con una nuova economia a misura d’uomo, per l’uomo.
L’iniziativa ha preso forma, con 40 centri (“Hub”) sparsi nel mondo, nei quali più di duecento ragazze si confrontano su progetti, proposte e processi.
È il secondo appuntamento per imprenditori, economisti, ideato per condividere insieme, fraternamente, percorsi nuovi, sviluppato in attesa di incontrare il Papa ad Assisi nell’autunno del 2022.
Contemporaneamente altre quaranta città disseminate in tutti e cinque i continenti – da Montreal a Shangai, da Bogotà a Nairobi – hanno organizzato in contemporanea eventi paralleli. Povertà, finanza, lavoro, ecologia e impresa ma anche spiritualità e fraternità i temi portanti.
Due anni fa EoF era un annuncio, oggi è una realtà» ha commentato il comitato organizzatore dando appuntamento a tutti tra un anno, per l’incontro, finalmente in presenza, tra i giovani e il Papa.
Gli interventi di quest’anno hanno spaziato tra studi sullo sviluppo sostenibile alla misurazione del benessere di una popolazione; dalle politiche attuabili per la decarbonizzazione ,all’avvio di corsi di informatica nei paesi del terzo e del quarto mondo; dall’appello dei giovani economisti africani che hanno chiesto “solidarietà” al resto del mondo per costruire un nuovo sviluppo e lasciarsi alle spalle l’eredità della colonizzazione alla denuncia del hub americano di Detroit che ha messo l’accento sull’acuirsi delle ingiustizie sociali e ambientali e sul fallimento di un modello dell’economia “dall’alto al basso”.
Siamo un passo avanti rispetto al nulla di fatto delle istituzioni mondiali i giovani di EoF hanno messo in pratica con il loro impegno le parole che un anno fa proprio ad Assisi in piena pandemia Bergoglio volle consegnare all’umanità intera: “fratellanza significa affrontare la tempesta insieme senza dimenticare gli ultimi”..
Voglio ricordare il videomessaggio che Francesco ha inviato ad Assisi.
In esso c’è il ringraziamento del lavoro svolto per dare una nuova anima all’economia.
C’è la constatazione che la pandemia del Covid-19 ci ha rivelato tutti i nostri fallimenti nella cura della casa comune e della famiglia comune.
C’è la sottolineatura che noi siamo amministratori dei beni, non padroni, mentre l’economia malata che abbiamo vive di sfruttamento. C’è quindi la necessità di nuove vie per rigenerare l’economia nell’epoca post-Covid-19 in modo che questa sia più giusta, sostenibile e solidale, cioè più comune.
E ci sono le conclusioni: bisogna avere il coraggio di lavorare insieme e sognare in grande per rimettere la fraternità al centro dell’economia.
di Carlo Faloci