Una strage silenziosa

La terra dei fuochi continua a bruciare. I suoi miasmi, i suoi fumi, i suoi veleni uccidono silenziosamente. Si muore.

Si muore nell’indifferenza generale. La falce della morte colpisce in maniera cadenzata, quasi a ritmare una nenia funebre. Falcia tutti, uomini e donne. Falcia mamme e bambini. La sua lama è impietosa non si ferma neppure davanti alle creature.

Nella terra dei fuochi e’ strage di bambini. Il dolore e lo strazio quando si perde un bambino non è misurabile. Piccole innocenti vittime nate in un posto sbagliato.

In Campania lo smaltimento dei rifiuti tossici è scandaloso. Uno scandalo che non rimane circoscritto in quell’area, ma che si allarga all’Italia intera. Molte le inchieste ma la politica rimane sorda, o finge di non sentire. Eppure a volte basta un semplice elenco, dei semplici dati, incrociare le informazioni, osservare le colonne dei fumi che si alzano dense e scure nel cielo per capire che si è raggiunto il punto critico. Il punto in cui è difficile tornare dietro.

Bambini come Riccardo morto di tumore a 22 mesi, Alessia morta a 9 anni, Francesco a 14 anni. Antonio a 9 anni. Sono alcuni dei tanti. Una strage che si consuma nel perimetro della morte che disegna i confini dei comuni di Afragola, Succivo, Caivano, Marcianise… una intera comunità avvelenata e divorata dal cancro. La falce della morte miete le sue senza sconti per nessuno, nemmeno per le piccole anime innocenti.

Tante le inchieste. Ognuna chiamata con un nome particolare, ognuna con i suoi faldoni pieni di carte, nomi, ditte, politici, mafiosi, e morti. Inchieste come Adelphi (1993), Econox (2002), Murgia Violata (2002), Greenland (2002), Re Mida (2003), Cassiopea (2003), Eldorado (2003), Mosca (2004), Terra Madre (2006), Dirty Pack (2007).

Chissà come vengono scelti i nomi dati alle inchieste, sarebbe dargli i nomi di Riccardo, Alessia, Francesco, Antonio e di tutti i bambini morti troppo presto. Ecco,  sarebbe da dargli questi nomi di modo che tutti si ricordino delle morti silenziose e soprattutto ricordino che il reato commesso non è solo quello contro l’ambiente ma anche quello di omicidio volontario, di strage.

Chi è fuori dal perimetro, dai confini della morte, non può e non deve rimanere insensibile perché quei confini si allargano con facilità estrema. Velocemente.

I rifiuti tossici, l’avvelenamento, i fumi, sono virali e con facilità contaminano velocemente. Non si fermano, invadono territori espropriando la vita rimpiazzandola con la morte.

Uomini senza scrupoli, criminali organizzati (lo raccontano i collaboratori di giustizia) che hanno costruito le proprie fortune sullo smaltimento illecito dei rifiuti. Uomini che si permettono di dire “Che ce ne frega se si inquina la falda acquifera, noi beviamo acqua minerale” sono meno delle bestie. Avvelenano anche se stessi perché gli orti, i campi, le serre non si annaffiano con l’acqua minerale ma con l’acqua dei pozzi dei fiumi e dei laghi. Le verdure, l’erba, il grano, la frutta che mangiano anche loro è contaminata. Sono uomini che uccidono e che allo stesso tempo si suicidano. Ma intanto continua la strage silenziosa dei bambini. Cadono come in guerra. Ricordati solo in qualche omelia, taciuti dietro l’epigrafe di una lapide a ricordo. Nessuno deve essere sordo a questo silenzio straziante ne tantomeno la politica, le istituzioni. Unica voce forte è quella della Chiesa, quella di un parroco in prima linea. Un Parroco che conosce a memoria i nomi e l’età di quei bambini caduti in quella terra avvelenata, don Patriciello parroco di Caivano.

Don Patriciello che in una intervista ha detto “Quando Carmine Schiavone si pente siamo nel 1997, quando Nunzio Perrella ha iniziato a parlare e raccontare ciò che veniva fatto sotto il terreno siamo nel 1992, quando il commissario di Polizia Roberto Mancini fa la sua informativa siamo nel 1996. Ma tutte questi documenti vengono poi secretati, chiusi in un cassetto. Li abbiamo potuti leggere tardi perché sono rimasti nascosti? E’ questo quello che la gente vuole sapere”.

Ha ragione don Patriciello, la gente vuole sapere. Vuole sapere come sono stati avvelenati e soprattutto chi li ha avvelenati ma soprattutto vuole sapere quando la loro terra tornerà suolo felice, decontaminato dalle lordure interrate da uomini senza Dio.

di Antonella Virgilio

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