Parte a Corchiano il museo diffuso

La bellezza non s’improvvisa.  La bellezza non è un caso, ma il frutto di un lavoro. E’ una costruzione, la bellezza. Un esercizio di equilibro tra grazia ed armonia. La bellezza va messa giù pietra dopo pietra, asse dopo asse e va curata ogni giorno, mantenuta, tutelata studiata e condivisa .Per questo sono nati i musei.

Esistono musei voluti dalla munificenza di un sovrano e musei originati dalla passione e dall’intelligenza di un privato collezionista. Unica l’Italia, nel mondo, si può considerare come il maggior giacimento artistico a cielo aperto, immerso in un ambiente di panorami straordinari. Ciò che rende speciale il nostro Paese è il fatto che da noi non esiste soltanto il grande museo, come il Louvre, o il British. In Italia il museo esce dai suoi confini, si moltiplica, occupa ogni angolo delle città e del territorio, sta all’ombra di ogni campanile.

Anche del campanile più piccolo, come quello di Corchiano, nell’Agro Falisco.

Il primo a mettere mano alla bellezza di Corchiano è stato un vulcano 150.000 anni fa. In un brusco risveglio, tra millenari soffi e sbadigli di fumo nero, fuoco e lava,  il vulcano del lago di Vico ha rimodellato il territorio del paese creando una terrazza di tufo affacciata su una vegetazione rigogliosa, isolata da canyon profondi scavati dall’acqua: le forre. Su quel pianoro sicuro, su quel costone di roccia rossa, si è insediato l’Uomo e ha costruito, scavato, coltivato, inciso e rifinito il territorio lasciando nei secoli tracce di sé.

Corchiano, per radici antiche in secolari luoghi, è diventato un insieme significativo di molte parti: archeologia, arte, storia, architettura e ambiente. Cavernette preistoriche, tombe falische, vie cave, ponti e strade romane, fortificazioni militari e poi chiese, dove tutti sono diventati cristiani nella gioia dei colori degli affreschi, tutto tiene la forza vitale del borgo: la bellezza della terra, il patrimonio d’arte,il sapore della cucina, la vite e l’ulivo, il vino e il pane, le virtù civiche, le oasi naturalistiche, le specialità artigiane.

Un convegno dal titolo “Il Borgo di Corchiano e il suo territorio” , ha invitato ad unico tavolo direttori di Musei, studiosi universitari, esperti dell’ambiente, archeologi, storici dell’arte ed amministratori per condividere scoperte, studi e ricerche sul territorio. Più che un’incontro un’avventura intellettuale: osare le prerogative dei luoghi e guardare a un più ampio progetto di valorizzazione del Borgo e del suo territorio.

Fare rete, tessere una trama comune è il primo passo verso la creazione di un’offerta turistica originale che tuteli la bellezza del paese e allo stesso tempo offra al viaggiatore che arriva qualcosa in più: la possibilità di fermarsi, restare e approfittare del profilo del Soratte, del volo dell’airone, del vento tra le forre, dell’arte squadernata sui muri delle chiese, del correre del fiume, delle luci sui portoni, delle vie strette, delle voci e dei silenzi, degli echi del passato, dei riflessi dorati del tufo, dei profumi e dei sapori di Corchiano.

di Daniela Baroncini

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