Il drago, il bazooka e la voragine

È come se sul pianeta ci fosse in atto una deriva dei continenti e subcontinenti, non geologici, ma economici. Questa tettonica determina un’immensa voragine di stagnazione proprio al centro dell’Eurozona. Draghi, il Super Mario della Banca Centrale Europea (BCE), con sede a Francoforte sul Meno, cerca di riempire questa pericolosa fossa, scaraventandovi dentro masse e misure monetarie sempre più sbalorditive. Lo aveva annunciato a Londra il 26 luglio 2012: la BCE farà tutto il possibile per salvare l’Euro. “Whatever it takes”, fu la sua letterale espressione.

Il suo “tutto”, però, per quanto poderoso e sempre più shoccante, è pur sempre limitato. Limitato sotto tre aspetti. Il primo è quello rispetto a quello della presidentessa della Federal Reserve statunitense (FED) Janet Yellen, la quale, nominata direttamente da Barak Obama, solo a lui deve rispondere e ha dunque un’elevata autonomia di manovra. Super Mario – come ormai in campo internazionale è chiamato – deve invece rispondere ai 28 stati che compongono ora l’Unione Europea, in perenne conflitto politico tra loro su ogni consistente argomento. Soprattutto, Draghi è perennemente sotto il pesante schiaffo del soldato tedesco e olandese. Anche le misure approvate la settimana scorsa sono state avversate e apertamente disapprovate in sede BCE, ossia non votate, da Olanda e Germania. Le pur mirabolanti tecno-manovre monetarie trovano dunque questo secondo inesorabile limite rappresentato dal muro delle divergenti politiche economiche dei singoli stati. L’avanzata téchne finanziaria di Draghi deve arrestarsi davanti alla vecchia politiké euro-continentale.

C’è soprattutto, però, un terzo invalicabile limite ai poteri di Super Mario. Esso sta nell’origine stessa del mostro a forma di voragine che deve combattere. Tale origine non appare per niente contingente, ossia transitoria, ma strutturale, permanente. È nelle pieghe più profonde, nascoste, imperscrutabili del fondo oceanico dell’economia planetaria. Nonostante i numeri da spericolati tecno-acrobati del trapezio circense monetario mondiale, la cosiddetta economia reale langue, non riparte. L’inflazione è sempre più bassa e si avvicina allo zero, a scendere sotto di esso e passare al segno negativo, proprio come già i tassi d’interesse sul denaro. L’inflazione al 2% è l’obiettivo su cui punta Draghi nell’Eurozona per stimolare la ripresa e l’occupazione, tenendo sotto controllo prezzi e salari. Conti alla mano, però, le stime sia per il 2016 sia per il 2017 sono ben i sotto l’obiettivo prefissato (1,7%). Per questo l’euro banchiere centrale ha tirato fuori il suo potentissimo bazooka e ha cominciato di nuovo a sparare contro il mostro bombe monetarie molto più potenti delle precedenti. Super Mario ha chiamato il mostro con l’oscura locuzione “Forze che cospirano per tenere bassa l’inflazione”. Il Quantitive easing (Qe), ossia la massa di denaro liquido attraverso cui la BCE compra i titoli di stato e bancari, passa da 60 a 80 MLD di Euro al mese, e non si limita più agli acquisti di quei soli prodotti, ma si estende a diversi altri. Ha abbassato il tasso d’interesse con cui la BCE presta i soldi alle banche dallo 0,05% a ZERO netto. Di fato glieli regala, purché tornino a prestarli a imprese e famiglie, ossia a svolgere quel loro principale mestiere nell’economia classica.

Per disincentivare la permanenza dei fondi bancari nelle casse dell’Euro-Tower, Draghi abbassa il tasso di deposito da – 0,30 a – 0,40: ossia saranno le banche a dover pagare per tenere i soldi troppo fermi in cassa. Abbassa anche dallo 0,30% allo 0,25% il tasso che le banche devono pagare per ricevere dalla BCE liquidità a brevissimo termine, ossia anche in giornata (marginal lending facility). Ancora più sconvolgente, dal giugno 2016 al marzo 2018, Draghi lancia quattro nuove operazioni “Tltro” della durata di quattro anni. Ossia presta alle banche soldi a lungo termine al tasso negativo del – 0,40%, pari a quello di deposito. La BCE – di fatto – non presta più soldi alla banche gratis, ma addirittura le paga per ricevere quei soldi e rimetterli in circolazione sui mercati.

Davvero “Whatever it takes”!, tutto quello che si può fare. Eppure le critiche non sono mancare. Tedeschi e olandesi hanno detto che non c’è modo più inutile, anzi dissennato, di sperperare i soldi delle loro banche centrali e dei loro cittadini. Eppure la Merkel sa che non c’è alternativa per ora a questa strategia, e silenziosamente approva la nuova impresa di Super Mario. Anche le Borse mondiali hanno prima oscillato, ma poi sembrano essersi messe al positivo dopo queste misure.

Rispetto al quadro delineato all’inizio, la domanda però è: quale altre munizioni potrà inventare e sparare Super Mario con il suo cosmico bazooka per fermare l’espandersi dell’euro-voragine?

di Riccardo Tavani

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