Le nuove vie degli immigrati
Nel mese di gennaio 5.651 sono stati i migranti che hanno varcato la porta italiana. Dati statistici alquanto elevati rispetto allo scorso anno e agli scorsi mesi. I migranti non si fermavano dinanzi alle dure prove che la vita gli riserva e dinanzi alla morte: cercano sempre una via d’uscita e di vita
Boom di migranti: 5.651 sbarcati nel mese di gennaio 2016 rispetto ai 3.528 dello stesso mese del 2015. Dunque, il 60,2% in più rispetto allo scorso anno. Se il 2015 aveva registrato un lieve flessione negli sbarchi, il 2016 comincia con un’impennata. Tra chi è arrivato, 554 sono stati fermati e respinti alla frontiera, per lo più afghani. La percentuale è, però, in continua crescita, nonostante le pessime condizioni climatiche riscontrate in questi giorni. Queste persone non si fermano dinanzi a nulla, né al cattivo tempo né a qualsiasi altro impedimento. Se possono, fanno di tutto per scappare dal loro paese natio ed aprire per se stessi e per le loro famiglie nuove porte e nuove speranze di vita. Sulle nostre coste sbarcano in primis i flussi dalla Nigeria (905), seguiti dai migranti provenienti da Gambia (676), Guinea (504), Senegal (493), Marocco (483), Mali (393). I primi tre porti d’arrivo sono quelli di Augusta (1.423 arrivi), Pozzallo (1.420), Lampedusa (1.024). invece, i porti maggiormente interessati agli sbarchi sono: Augusta (1.423), Pozzallo (1.420), Trapani (731) e infine Taranto (417). 104.932 i migranti ospitati al 29 gennaio 2016. La rete in Italia è gestita dal ministero dell’Interno e si articola in: 14 centri di accoglienza: Cpsa, Cda, Cara, 5 centri di identificazione ed espulsione: Cie, 1.861 strutture temporanee, 430 progetti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati: Sprar. Quest’ultimo al 29 gennaio ospita 19.862 rifugiati, gli altri 85mila sono distribuiti nelle altre strutture. Tra le regioni, in apice resta sempre la Lombardia con quasi 14mila presenze, seguono Sicilia (oltre 12mila), Lazio (oltre 8mila), Piemonte e Campania. In fondo alla coda restano anche nel 2016 Molise, Basilicata e Valle d’Aosta. I migranti, dunque, non si fermavano dinanzi alle dure prove che la vita gli riserva e dinanzi alla morte: cercano sempre una via d’uscita e di vita.
di Imacolata D’Angelo