Trentasei anni fa l’omocidio di Pio La Torre
Il 30 aprile 1982, a Palermo, la mafia uccideva il segretario regionale del PCI siciliano Pio La Torre e il suo collaboratore Rosario Di Salvo. Quella mattina, i due si stavano recando a bordo di una Fiat 132 nella sede del partito in via Turba quando furono affiancati da due motociclette di grossa cilindrata guidate da uomini con i volti coperti dal casco che aprirono il fuoco contro l’utilitaria.
Altri killer scesi da un’auto completarono il duplice omicidio per il quale saranno condannatiGiuseppe Lucchese, Nino Madonia, Salvatore Cucuzza e Pino Greco,tutti maggiorenti della mafia palermitana.Come mandanti saranno riconosciuti da una sentenza del 1995 i boss Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.Secondo le rivelazioni di alcuni pentiti, La Torre era diventato un bersaglio di Cosa Nostra perché aveva proposto il disegno di legge che prevedeva per la prima volta il reato di associazione mafiosa e la confisca deibeni appartenuti alle cosche.Del resto, la sua relazione di minoranza alla commissione parlamentare antimafia del 1976 era stato il primo, veroatto d’accusa pubblico contro la DCdi Lima, Gioia, Cianciminoe la mafia finanziaria.
Ma La Torre si era anche schierato in prima linea contro l’installazione dei missili Cruise nella base di aerea USA di Comiso, che secondo lui rappresentavano una minaccia per la pace nel Mediterraneo. Nel suo discorso in Parlamento del 1980 affermò chel’omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella avvenuto all’inizio dello stesso anno fosse da mettere in relazione con il caso Sindona e la riscoperta di una vocazione americana della mafia siciliana, con la convergenza d’interessi tra quest’ultima e varie forze esterne, anche internazionali. La Torre era a conoscenza di molti dossier scottanti, dai segreti dell’attività del generale Dalla Chiesa al peso della P2 fino a Gladio. Raccolse molti documenti riservati e appuntò tutto in un’agenda che non è mai stata ritrovata.
di Valerio Di Marco