Band di strada: il confine tra il nulla e il qualcosa

Gruppi di suonatori, che formano piccole orchestrine e suonano nelle strade del centro di Roma, stupiscono per la loro bravura e per la loro musica. Li trovi a via del Corso, li trovi a Trastevere, li trovi negli angoli più frequentati della città.

Gruppetti, quasi sempre dell’est Europa, che stupiscono per la loro bravura e per la loro musica. Sono originali.  Contrabbasso, fisarmonica, violino, chitarra e strumenti a fiato, suonano note che mettono di buon umore chi li ascolta. La musica mette sempre di buon umore. Sono sempre stata curioso di sapere da dove vengano, di conoscere le radici di questi personaggi e della loro musica.

Il mio desiderio di conoscenza un giorno si concentrò su un gruppetto di questi artisti di strada. Erano lì che suonavano, con il contrabbasso che dava il tempo con le sue note profonde, alla fisarmonica, al sax e alla chitarra. Suonavano un tango e il tango si sa è passione. Intorno a questa Band si era radunata un po’ di gente, alcuni solo per curiosità, altri invece per ascoltare semplicemente la loro musica. Alla fine del brano musicale, mi sono avvicinato, a questa orchestrina da strada, con l’intento scambiare quattro parole. Di solito ogni Band ha un leader, io cercavo fra loro chi potesse esserlo. Sarà il sax, la fisarmonica, la chitarra o il contrabbasso il capo di questo gruppetto? Ho scelto secondo il mio istinto, ho scelto la fisarmonica, forse perché ho sempre pensato alla fisarmonica come lo strumento principe per le sue caratteristiche e per la sua complessità, tanti tasti e bottoni, oltre che per il suo mantice che soffia aria. Ma il leader era il sax.

Domandai al suonatore di sax, che si chiamava con un nome di chiara provenienza slava, del perché essendo così bravi dovevano per forza esibirsi in strada, la sua risposta fu, “Noi siamo la strada, noi viviamo ai margini della città, al confine tra il nulla e il qualcosa, la musica in strada ci fa sentire qualcosa. Per noi è tanto, è tanto vedere che chi passa si ferma a guardarci e a sentirci, in quel momento il nulla si dissolve, lasciando il posto alla consapevolezza di esistere se pur per il tempo di uno spartito”.

Mi è bastato sentire questo, non ho fatto più domande, in quelle parole c’era la verità.  L’ordine delle cose difficilmente si può cambiare quando subentrano l’intolleranza, l’odio, e la mancanza di solidarietà, verso chi vive ai margini della società, solo il linguaggio universale della musica riesce a far cadere i pregiudizi, e la Band di strada può essere un punto di contatto delle diversità.

di Fabio Scatolini