Alberi o monumenti

Monumenti della natura, forse ancora più affascinati di quelli creati dall’uomo, perché sono vivi

Sono espressioni della natura da tutelare. Patrimonio di valore inestimabile. Alcuni famosi, perché legati a fatti o personaggi importanti. Alcuni semplicemente per la loro longevità.

A Roma c’è un antico tronco di quercia che si trova sul Gianicolo. Secco, consumato dagli anni. Sembra un essere informe, un alieno. È protetto da grate e muriccioli. Quasi ad evitare che qualche scriteriato possa farne legna da ardere. Il perché di tanta cura, viene spiegato da una lapide posta li accanto. Dice che sotto le sue fronde, ormai inesistenti, il Tasso, Torquato Tasso, amasse scrivere, godendo della sua ombra e del panorama di Roma.

Di albero in albero, arriviamo a Fara Sabina in provincia di Rieti. Qui c’è l’ulivo del Canneto, albero maestoso, che secondo studiosi potrebbe avere più di duemila anni.

Sempre in questa provincia a Rivodutri, c’è il faggio di San Francesco. Il suo tronco è incredibilmente tortuoso. La leggenda dice che si sia contorto per proteggere San Francesco da una tempesta. In Umbria, a Narni, troviamo il castagno del Sacro Speco. Sempre una leggenda, dice che sia nato da un bastone conficcato nel terreno da San Francesco.

Tronchi contorti, cortecce rugose, segnate dal tempo. Esiste un censimento di questi monumenti della natura. È curato dal Corpo Forestale dello Stato che li protegge e li cura. I forestali, ne osservano i mali e quasi sempre riescono a curarli. Solo contro il fuoco, non si può nulla. Fuoco che spesso è appiccato per volontà dell’uomo. Così può capitare che secoli di storia, diventino in un istante, carbone ardente.

Querce, faggi, cipressi, bossi, ulivi, possono vivere per centinaia di anni. Molti di loro sono presi come simbolo. Alcuni partiti politici li usano nei loro loghi. Mentre i cipressi, sono considerati gli alberi dei cimiteri. Tanto che a Roma quando uno muore si dice, “ è annato all’arberi pizzuti”.

Simbolismi che si legano a storie passate. Come ad esempio quelli legati agli alberi di noce. Assegnati dalle credenze popolari alle streghe.

Le gite fuori porta, sono l’occasione per ammirare questi spettacoli della natura. Per sapere dove sono, basta andare sul sito del Corpo Forestale dello Stato. È bello farsi una foto sotto le fronde millenarie di questi alberi, pensando a quanti in epoche passate hanno avuto per essi lo stesso nostro sguardo.

di Fabio Scatolini

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