Il calvario di un ex lavoratore Alitalia. Padre di due bambine con disabilità scrive al Presidente del Consiglio Conte.

Maurizio Zoppi è un ex lavoratore Alitalia licenziato nel 2008 dopo la privatizzazione della ex compagnia di bandiera.

Vive a Ostia, ha due figlie entrambe con patologie riconosciute dalla legge 104/1992, la prima Eleonora affetta da una rara sindrome genetica, la sindrome di Williams che comporta ritardo cognitivo e motorio. La seconda, Ludovica, ha avuto unadiagnosi di dislessia e dhd. Entrambe necessitano di cure e terapie costose.

Quello di Maurizio è un calvario iniziato dieci anni fa quando è stato licenziato da Alitalia, ma non si è mai arreso, si è laureato, ha frequentato due tirocini formativi presso gli uffici del tribunale di Roma, ha anche vinto un bando del comune di Roma dove ha lavorato per un breve periodo.  Ma nonostante tutto, non solo non è stato più richiamato dall’ Alitalia che nel frattempo ha assunto nuovo personale, ma è finito nella spirale della precarietà, con contratti a termine di qualche mese e nessuna prospettiva futura.

Oggi Maurizio si trova senza lavoro e senza un reddito per poter sostenere le spese per le sue figlie,

la sua situazione è talmente grave, che ha deciso di scrivere direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte “Ho lottato come un leone” afferma Maurizio “ma mi trovo sempre disoccupato, prima ero in una grande azienda in mano pubblica, il 51% era del ministero del tesoro, ma dal 2008 con la privatizzazione di Alitalia è precipitato tutto”

Sono oltre 12.000 lavoratori che in questi anni hanno perso il lavoro nelle varie ristrutturazioni della ex compagnia di bandiera, senza una reale prospettiva di essere ricollocati, per non parlare dell’impatto sull’indotto aeroportuale.

“In questi anni sono state fatte molte proposte dagli stessi lavoratori, a partire da un bacino di ricollocamento del personale aeroportuale, da reinserire nelle aziende dell’aeroporto di Fiumicino. Ma a parte le rassicurazioni, non si è mai mosso nulla concretamente” spiega Zoppi

“Trovo che la mia vicenda leda i più elementari diritti umani ed in particolar modo quelli delle mie figlie “ho scritto varie lettere al Ministero del lavoro e a molte forze politiche, ma nessuno mi ha aiutato concretamente”

Dopo anni di battaglie, Maurizio sente la pressione e la responsabilità di un padre che deve provvedere alla famiglia  “Sono disperato e in costanti crisi di panico e disposto anche a mettermi sotto il ministero pur di essere ascoltato”.

di Susi Ciolella

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