Giuro di essere sempre innamorato

“Giuro di essere sempre innamorato, giuro di desiderare la mia felicità è quella degli altri, giuro di non lamentarmi mai e di agire” sono i tre comandamenti dei cavalieri Quantici, gli eredi di don Chisciotte, che in questa epoca moderna si chiama “don Chisci@tte”. La chiocciola del mondo virtuale che ti ruba i sogni e ti fa vivere nel caos senza provare emozioni o sentimenti. Alessandro Benvenuti interpreta don Chisci@tte senza recitare, ma essendo se stesso dalla prima battuta fino alla chiusura del sipario. Ma non può esistere un sognatore senza la presenza di un materialista che non crede al mondo quantico. Così, Stefano Fresi, si fa carico di essere il suo alter ego, di se stesso e di don Chisci@tte, muovendosi con ironia e leggerezza dentro i sui panni di scudiero che cerca il salto quantico.

Al teatro Golden di Roma. Tutto inizia con la mancanza di mortadella dal droghiere. Una correlazione che spiega le atrocità del mondo e la miseria dell’essere umano, condannato senza speranza a vivere una esistenza piatta e tragica. Una esistenza surreale, dove tutto accade al contrario, i cattivi sono buoni, i buoni sono cattivi. Meglio dire è pazzo, piuttosto che riconoscere che è bello innamorarsi e parlare d’amore. È meglio assolvere o trovare giustificazioni agli uomini che uccidono le donne, le stuprano o le violentano ogni giorno, piuttosto che condannarli senza appello e prendere le distanze. Una umanità che vive di niente, dando importanza al niente, infervorandosi per niente.

Una umanità alla deriva, tra lo stadio e la violenza, tra le guerre e la fame…una umanità arida, talmente arida nei sentimenti da essere ognuno un deserto nel deserto. Così passano gli anni, si consumano la vita, come la rana messa in uno stagno con l’acqua bollente, salta via. Ma se la abitui, ogni giorno scaldi un po’ di più lo stagno, fino al punto di ebollizione, la rana rimane a mollo, si lessa piano piano, ma resiste, non salta via. Gli diventa normale vivere in uno stagno bollente soffrendo.

Così l’umanità alla deriva, consuma la propria esistenza soffrendo, ma ormai abituata a soffrire che non cerca di cambiare. Ognuno un peso, una massa appesantita dalla totale assenza dell’amore. Mongolfiere ancorate a terra, incapaci di spiccare il volo. Zavorrate dai loro stessi carichi di indifferenza verso l’altro. Zavorrati dalle critiche sterili in cui avvitano fino allo sfinimento. Zombie, don Chisci@tte cerca di spiegarlo al suo scudiero Fresi, incapace di comprendere di essere uno zombie, cioè un morto vivente, non un morto che resuscita. Tutti appesantiti dall’incapacità di amare, di vivere l’amore, di percepire la bellezza intorno a noi. Trascinati nel pozzo senza fondo dalla forza di gravità, senza speranza di rialzarsi, incapaci di sentire la controspinta verso l’alto, la forza quantica che di trasforma in filamento di luce e di energia per renderti immortale e invincibile difronte al mostro della stupidità umana.

Giuro di innamorarmi sempre. I cavalieri Quantici vengono trasformati in terroristi, delinquenti, ricercati da perseguire perché innestato nelle menti della gente il germe dell’amore. L’amore con la A maiuscola che libera l’umanità dalla menzogna e dall’indifferenza, facendo volare la mongolfiera dei nostri sogni, così in alto da avvolgere l’amore dentro un grande amore. Sul palco non ci sono attori che recitano, ci sono don Chisci@tte e il suo scudiero, che trasmettono la speranza che il mondo può vivere di amore quando sul finale persone di ogni età e genere, giura di vivere in amore e innamorarsi sempre.

di Claudio Caldarelli e Fabrizio Lilli

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