Ecologia del cuore

Abbiamo bisogno di una ecologia del cuore che ci renda consapevoli di come gli esseri sono in connessione tra di loro. Abbiamo bisogno di diventare persone capaci di cura, praticando responsabilità operativa nei riguardi di ciò che è comune, e non soltanto di quel che è nostro. Così José Tolentino Mendoça su Avvenire.

Abbiamo bisogno di ascoltare i gemiti della terra così come ascoltiamo i gemiti del nostro corpo. Per ascoltare i gemiti si deve amare se stesso e il prossimo come si ama se stesso. Tutto deve avere inizio da te. Se ami te ami il mondo. Se ami il mondo ami il fratello. Se ami il fratello non lo uccidi, con le bombe, con le armi, con l’inquinamento, con l’odio. Se ami uccidi l’odio.

Abbiamo bisogno di coltivare il fragile e fremente ruggito che pulsa in ogni vivente e acquista forza quando si sente riconosciuto e rassicurato. Abbiamo bisogno di uno sguardo che rimanga affascinato da tutte le creature e della capacità di integrarle nella grande e plurale danza della vita che sempre ci supera.

Tutto ciò che è veramente significativo è al di là della logica. Ciò che ricade sotto il domino della logica, della razionalità, del calcolo sarà inevitabilmente mondano, proprio al mondo degli affari e del profitto delle armi. La logica può avere presa solo su ciò che è superficiale, l’essenziale le sfugge: non potrà mai toccare il Reale. Può solo continuare a giocare con ciò che l’uomo produce, con l’immaginario che egli crea, un immaginario di cose inutili, superflue, dannose per se è per il pianeta.

Tutto ciò che è esistenziale non ne sarà mai toccato, nessuna razionalizzazione potrà mai raggiungerlo. Pertanto, coloro che vogliono unirsi alla festa della vita, che aspirano alla beatitudine, all’amore, dovranno lasciar perdere ogni logica, ogni razionalizzazione: dovranno vivere prive della testa e funzionare con il cuore. E dovranno aiutare il diffondersi del cuore in tutto il loro essere. 

Claudio Caldarelli

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