Diario Americano 4. Arte, cultura, scienza e storia per tutti: la missione dello Smithsonian Institution

Prima di ogni viaggio pianifico con attenzione tutte le cose da vedere, da visitare e da assaggiare in una città. Un lavoro minuzioso, fatto con cartina e guida turistica alla mano, recensioni e consigli online, TripAdvisor e forum vari. Con Washington, però, ci sono andato alla leggera. Avevo tempo, c’era il viaggio in macchina da New York per programmare il tutto, c’erano sette giorni per vedere la capitale. La Casa Bianca, il Campidoglio, il Mall, i memoriali. Qualche museo. Solo alla prima sera, prima di capire per bene cosa vedere il giorno successivo, scopro, con colpevole ritardo, l’universo Smithsonian.

Si tratta del complesso museale e di ricerca più grande al mondo, con oltre 140 milioni di pezzi nelle sue collezioni e 19 musei sparsi tra gli stati di Virginia, New York e Washington D.C., dove se ne trovano 17, compreso lo Zoo nazionale. Ma l’altro dato importante è quello economico: il biglietto infatti è sempre, e ovunque, gratuito. Merito del loro fondatore, James Smithson, chimico e mineralogista britannico che agli inizi dell’Ottocento, prima di morire a Genova, scrive un testamento particolare. Lasciava tutto a suo nipote, Henry James Dickenson, ma se questo non avesse avuto dei figli, le sue fortune sarebbero state donate agli Stati Uniti, “per fondare a Washington, sotto il nome di Smithsonian Institution, un istituto per l’incremento e la diffusione della conoscenza tra gli uomini”. È così che nel 1835, il Presidente Andrew Jackson informa il Congresso della donazione e, otto anni dopo, viene ufficialmente istituito il complesso museale. La vita di James Smithson, però, merita ancora spazio, per quanto è avvolta nel mistero e intrisa di avventura.

Figlio illegittimo di Elizabeth Hungerford Keate Macie e di Hugh Smithson, primo duca di Northumberland, non ha né luogo né giorno di nascita, dal momento che non poteva essere registrata. Studiò al Pembroke College di Oxford e viaggiò in tutta Europa: era a Parigi durante la Rivoluzione Francese, in prigione durante le Guerre Napoleoniche, prima arrestato dai tedeschi e poi dai francesi, morirà a Genova, dove fu sepolto in un cimitero protestante affacciato su Sampierdarena prima che Alexander Graham Bell, nel 1905, propose di trasferire i suoi resti nella capitale degli States.

Così da oltre un secolo e mezzo lo Smithsonian Institute offre cultura gratis a tutti. Con dei musei che sono delle vere e proprie perle. Il primo che ho visitato è stato quello sulla Storia dei Nativi Americani, il più bello invece quello di Storia Naturale (3 piani di esposizione, una superficie di quasi 18 campi da calcio). Ma sono immancabili anche quelli su Storia e cultura Afroamericana, l’American Art Musuem e il National Portrait Gallery, che ospita la famosa mostra dedicata ai ritratti dei presidenti americani. I più suggestivi? L’Air and Space, dedicato ovviamente all’esplorazione spaziale e al mondo degli aerei, e la Galleria Renwick, con le sue prospettive di arte moderna e contemporanea.

Ma quello che impressiona di più dello Smithsonian Institute è la quantità di spunti, di idee, di percorsi che vengono offerti a tutti, dal turista medio al grande appassionato, dagli itinerari per bambini e per studenti alle opportunità di approfondimento e di studio per ricercatori, docenti ed esperti. Un progetto che si regge ancora oggi sulle donazioni dei visitatori e di altri finanziatori, oltre ovviamente al sostegno statale, e che ha numeri da record. L’obiettivo per il 2022 era di 10 milioni di visite, ma nel 2019 si è superata la quota dei 23 milioni, un terzo della popolazione italiana. Statistiche e dati che fanno riflettere sull’importanza dell’offerta culturale nella nostra società e che spingono a interrogarsi anche sulle opportunità di accesso ad essa. In quanti, infatti, possono permettersi di andare al museo? Quante sono le famiglie negli Stati Uniti che possono comprare più biglietti per un’esposizione, una galleria, una mostra? I prezzi medi parlano di almeno 25 dollari per adulto (così al MoMA di New York, per arrivare ai 30 dollari del MET). E in Italia qual è la situazione? Gli Uffizi costano 25 euro, i Musei Vaticani 17, il Museo Egizio di Torino 15 (che promette infatti di diventare gratis nel giro di qualche anno), mentre Pompei 20. Secondo i dati Istat del periodo pre-Covid, 7 italiani su 10 non si sono recati a visitare un museo durante l’anno, mentre intanto è stata cancellata 18App e il Ministro della Cultura propone di abolire le domeniche gratuite nei musei. Numeri su cui bisogna riflettere e interrogarsi, mettendo insieme le esigenze della filiera della cultura e quelle dei visitatori. Pensando, per un attimo, anche all’idea di James Smithson.

Lamberto Rinaldi