Sostiene Pereira!

“E quando il dottor Cardoso uscì dalla porta e scomparve nella strada lui si sentì solo, veramente solo, e pensò che quando si è veramente soli è il momento di misurarsi con il proprio io egemone che vuole imporsi sulle coorti delle anime. Ma anche se pensò così non si sentì rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira.”

Nella calda estate del 1938, l’apparente quiete del Dottor Pereira, condita da camicie pezzate, omelette alle erbe aromatiche, limonate con zucchero abbondante e sigari, viene interrotta dalla lettura di un articolo che coglie la sua attenzione. Si tratta di un saggio filosofico sulla morte, scritto dal giovane Francesco Monteiro Rossi.

Il giornalista decide di prenderlo in prova al Lisboa, il quotidiano del pomeriggio di cui dirige la rubrica culturale, incaricandogli la stesura dei “coccodrilli”, ovvero dei necrologi anticipati di personaggi famosi.

Pereira cerca di fornirgli degli esempi, ma Monteiro è di un altro parere, vuole denunciare quello che sta succedendo nel paese dove vivono, vuole agire contro il regime dittatoriale di Salazar. 

Questo lo porta a scrivere un articolo su Gabriele D’Annunzio, dove critica fortemente la sua adesione al fascismo.

Pereira sa che non può pubblicare un articolo del genere, e cerca di farlo capire anche a Monteiro. 

In realtà al Dottor Pereira non è mai molto importato della politica, era più un fastidio quello che provava nei confronti del regime dittatoriale che attanagliava il Portogallo: i militari per le strade, le parate, i balli e tutte quelle cose che le dittature portano con sé, sono elementi di disturbo, ma soltanto a livello estetico.

Procedendo nel romanzo, Pereira incontra presso la clinica talassoterapica di Parede, il Dottor Cardoso, che diventa per lui quasi un confidente, uno dei pochi, se non l’unico, con cui può parlare spontaneamente. Infatti il Dottor Cardoso lo comprende e consiglia a Pereira di andarsene in Francia, di scappare dove può essere libero di scrivere su chi vuole, di parlare, di vivere.

Pereira non sente questa necessità di fuggire ed è qui che il Dottor Cardoso spiega al suo confidante la teoria della confederazione delle anime.

Teoria secondo cui ognuno di noi ha dentro di sé più anime, comandate da un “io egemone”, e a volte può capitare che una di queste anime si rafforzi a tal punto da sostituire l’io egemone in carica.

È in questo momento che il Dottor Pereira prende coscienza di quella che realmente è la situazione nel suo paese, qual è la vera faccia della dittatura.

È questo il momento in cui il fastidio di Pereira passa da essere estetico ad etico.

La situazione si complica, fino a che Monteiro Rossi non verrà ucciso, durante un pestaggio da parte di tre scagnozzi della polizia, in casa di Pereira. 

Pereira viene minacciato e gli viene intimato di tacere riguardo a quanto successo. 

Il giorno dopo Pereira farà pubblicare il necrologio di Francesco Monteiro Rossi, narrando la brutalità del regime che detiene il potere, descrivendo l’ingiustizia che ha ucciso il suo giovane amico, e che ne uccide altrettanti ogni giorno.

Pubblicato l’articolo, con la valigia pronta e tanta determinazione, il Dottor Pereira parte per la Francia. 

La metamorfosi è compiuta: da antieroe pigro e distaccato, Pereira si spinge a compiere un gesto eroico, mettendosi a rischio, abbandonando quell’apparente quiete. 

È riuscito a dar voce all’indignazione.

Luca Baldi

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