“Inspira, Espira, Xanax” – una riflessione sul Cristianesimo

Giorni fa guardavo una live su Twitch di uno dei miei creator preferiti.

Un filosofo di talento che, attraverso i suoi canali social, è riuscito a condividere con una vasta audience una profonda lettura della realtà, nutrita di filosofia e semiotica.

Simpaticamente questo ragazzo, come intercalare, bestemmiava in sigla, dicendo le iniziali delle due parole della più classica delle bestemmie, analoghe a quelle del Partito Democratico, e dava ritmo con questo espediente a un discorso pieno di contenuti di qualità.

 

Parlava della Felicità, di Zen, di Taoismo, dello Stoicismo, con l’invidiabile capacità di rendere semplici e alla portata di tutti discorsi sulle vette del Pensiero, e mentre lo faceva ogni tanto diceva: “Pd” e se la rideva.

 

Diceva di meditare da anni il Buddismo e la meditazione Vipassana, e, dal modo in cui ne parlava, era evidente un’assidua frequentazione e una grande capacità di coniugare una spiccata spiritualità con le dimensioni concrete della vita.

 

È impressionante la fame di senso che c’è nella nostra società, ed è incredibile il numero di persone famose, Influencer, artisti, scienziati, che si nutrono alle fonti millenarie della spiritualità e del Pensiero.

 

Basti pensare all’ormai assodato contributo che il Buddismo ha dato e sta dando alla Psicologia e alla medicina. Kabat-Zinn; Siegel; Ogden; Fisher; Kornfield; Pensa e innumerevoli altri scienziati, terapeuti, medici, attingono dalla sapienza buddista un contributo inestimabile al benessere della persona, mentre influencer miliardari come Fedez fanno milioni di views invitando nei loro Podcast maestri Zen.

 

Che meraviglia, ma il Cristianesimo?

Il Cristianesimo pare davvero non abbia più nulla da dare all’uomo di oggi, se si dà uno sguardo, forse un po’ superficiale, che andrebbe approfondito, alla nostra società.

 

Cosa ha dato di concreto alla Scienza medica, psicologica, psicoterapeutica?

Vi viene in mente, durante la Pandemia per esempio, una trasmissione in cui sia stato invitato un religioso per chiedergli che cosa dobbiamo fare ora?

Se mi viene un attacco di panico a me, credente cattolico, mi metto a pregare Gesù o a praticare l’unico e solo mantra efficace rimasto agli occidentali contro la paura, e cioè “inspira espira Xanax”?

 

Strano, se pensiamo che l’intera patristica cristiana pensava sé stessa come la somma medicina dell’Anima, e proprio su questo punto incontrava e si fecondava vicendevolmente con la Filosofia greca.

Ma questa dimensione della nostra fede dove è andata a finire?

E si può ancora, pensando “occidente”, dire in riferimento al cristianesimo “la nostra fede”?

E l’abbandono di questa fede sarà indolore?

E dove stiamo andando ora?

 

Domande grandi, cui mi è impossibile rispondere qui, ovviamente, in questo scritto che voleva comunque tentare almeno di sollevarle.

Giacomo Fagiolini

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