Il turismo sessuale. Un problema che affligge il mondo dei bambini

Gli occhi dei bambini che hanno fame di pane, di affetto, di molliche d’amore, sembrano più grandi. Sono occhi che si tuffano in quelli di chi li avvicina, di chi per casualità o scelta, si trova di fronte a loro tendendo una mano maledetta, che non vuole aiutare. Mano tesa che resterà impunita, in paesi in cui non c’è tutela sufficiente per tanta disperata povertà. Nel corso dell’anno migliaia di uomini (per la maggior parte sono uomini) si spostano per lavoro, turismo, interesse specifico e si recano nel sud est asiatico, Africa, sud America incontrandosi, occasionalmente o volutamente, con minorenni.
Bambini. Bambine.
Sono padri di famiglia, uomini di un’età compresa tra i trenta e i cinquant’anni, con una vita sentita come rispettabile nel luogo in cui vivono, che nessuno penserebbe intenzionati ad incontrare cuccioli di età compresa tra i 12 e i 14 anni, a volte anche più piccoli. Sono uomini che non percepiscono l’esistenza nel loro comportamento di qualcosa di sbagliato, perché nel luogo in cui si attivano con le loro voglie non hanno paura di essere scoperti, puniti, additati.
Sono in vacanza, fuori casa, probabilmente pensano che quei bambini e bambine in ogni caso sono lì, a loro disposizione. I soldi che lasciano, forse, fanno loro pensare di poter ripulire la loro scelta di offesa nei confronti dei piccoli indifesi.
Bambini e bambine che hanno fame, che sono per strada, che vengono recuperati per uso sessuale, anzi abuso sessuale, da gente che sa offrirne la carne in vendita.
La fame e la povertà fanno da sfondo a ogni incontro. Il disinteresse per le piccole vite, per il loro destino, per il loro futuro è la caratteristica più ovvia presente in chi ne ricerca i favori. I favori …
Cuccioli che non hanno più lacrime per piangere, che non sanno che ci si può negare, che crescono in una vita in cui non è permesso sentirsi ingenui, in cui si è adulti subito.
I dati parlano di un numero di pedofili che corrisponde al 5% di tutto il turismo sessuale. Questo vuol dire che molti sono dei consumatori di sesso con minorenni semplicemente perché, nel luogo in cui si trovano, tanti lo fanno e, seguendo uno strano istinto, non avvertendo il rimprovero e il pericolo della punizioni, si adeguano in una serata in cui sfogare l’istinto, senza pensare che tra le braccia si ha un bambino, che non dovrebbe trovarsi in quel luogo.
E’ un fenomeno di cui si parla ma che, nonostante tutto, continua a restare velato. E’ difficile raccogliere i dati. I bambini non denunciano, le loro famiglie tacciono, le autorità, in alcuni casi, sembrano inesistenti. La prostituzione dei minori, abusati da vacanzieri senza scrupoli, non sembra assurgere a dignità di cronaca urlata. Eppure ogni bambino che troppo presto si ritrova a fare sesso è un bambino da tutelare. Occorrerebbe stigmatizzare con più forza questo comportamento. Occorrerebbe educare sin da giovani al rispetto delle scelte, spiegare quali sono le motivazioni per cui è un errore forzare al sesso i bambini, far conoscere le sofferenze mentali e fisiche (si ammalano di aids, di sifilide, di gonorrea …) di questi troppo giovani oggetti sessuali. Parlarne, spiegare. Per evitare che accada ancora.

di Patrizia Vindigni