Il nuovo gioco da tavolo zeroCO2, ecologico e innovativo: Pachamama

A Natale come si sa è tempo di regali per grandi e piccini e quest’anno tra gli scaffali dei giochi da tavolo, tra monopoli, giochi dell’oca, risiko e tombole varie è apparsa una new entry che ha come prerogativa del vincitore riuscire a salvare l’ecosistema: il gioco della Pachamama.

Le figure mitologiche sono sempre state presenti nella cultura umana, legate allo sviluppo dell’uomo e alle sue credenze religiose, alla vita quotidiana ma anche spirituale.

In genere i miti sono stati usati dai primi uomini civilizzati per spiegare quei fenomeni ai quali non erano capaci di dare un senso logico oppure una spiegazione, ad esempio lo scorrere delle stagioni, i fulmini durante un temporale, la carestia dovuta alla siccità o al contrario i danni provocati da una alluvione.

Molte popolazioni nell’antichità si servivano di figure mitologiche per chiedere aiuto e supporto nella vita quotidiana, si affidavano a loro per una buona pesca oppure per auspicare un buon raccolto. Dei e demoni venivano tirati in ballo per chiedere il ripristino dell’ordine dopo il caos, infatti, quando il dio del fuoco magari combatteva con il dio dell’acqua, erano guai: veniva attribuito a loro la colpa se andava in fumo mezza foresta, oppure se un’inondazione portava il villaggio giù a valle.

In America Latina, dagli Inca e da altre popolazioni andine nasce e si diffonde la Pachamama, la dea dell’abbondanza, che in lingua quecha significa “madre spazio tempo” o “madre universo”, la dea della fertilità e dell’agricoltura altrimenti chiamata Madre Terra. Invocata come una madre tenera che dà vita e sostentamento.

I campi coltivati sono il suo grembo, le montagne sono i suoi seni dai quali scorrono

i fiumi ovvero il suo latte vitale, è una madre che nutre e cresce ma sa anche essere severa con i suoi figli indisciplinati e a volte li punisce con tutta la sua forza distruttrice per ricordare loro che non devono solo sfruttarla ma sempre rispettarla e onorarla.

Da questi presupposti nasce appunto “La Pachamama”, un gioco con ZeroCO2, che mette i partecipanti di fronte alle sfide che l’umanità dovrà affrontare per risolvere la crisi climatica e gli altri problemi di Madre Terra.

Gli ideatori così pubblicizzano il gioco: “lo scopo è quello di educare e sensibilizzare grandi e bambini sulle tematiche ambientali, mantenendo il lato ludico del gioco in scatola.” Queste le regole: il gioco si sviluppa in 10 turni che equivalgono a 50 anni sulla Terra. Ogni giocatore è responsabile di un’area geografica e ha a disposizione diverse azioni, sotto forma di carte, da poter

attivare ad ogni turno. Tutte le azioni hanno effetti sia economici che ambientali sul pianeta, la somma delle azioni dei singoli giocatori decideranno l’andamento del gioco. Ogni turno avrà un impatto ambientale che genererà un proporzionale aumento della temperatura. Solo se si riuscirà a tenere la temperatura media del pianeta sotto i 18°C per tutta la partita, si avrà vinto. La cosa intrigante è che all’interno del meccanismo di gioco si viene messi di fronte ad alcune scelte da fare, è qui che il comportamento virtuoso e le intuizioni più ecologiche decreteranno il vincitore… colui che avrà gestito nel migliore dei modi la crisi climatica!

Anche se solo un gioco, può destare comunque l’attenzione sui gravi problemi ambientali che stiamo vivendo.

Come accade anche nella realtà tutte le azioni hanno effetti sia economici che ambientali sul pianeta, la somma delle azioni

dei singoli giocatori decideranno l’andamento del gioco. Mentre nel classico gioco dell’oca l’obiettivo era solo raggiungere per primi la casella finale, qui l’obiettivo finale è quello di tenere la temperatura media del pianeta sotto la soglia di rischio. Ogni turno avrà un impatto ambientale che genererà un proporzionale aumento della temperatura. Solo se si riuscirà a tenere la temperatura media del pianeta sotto i 18°C per tutta la partita, si avrà vinto.

L’intento ecologista del gioco è evidenziato anche dal fatto che con il suo acquisto si contribuisce al ripristino delle foreste, dando mandato di piantare un albero, inoltre scatola e componenti sono derivate da carta riciclata e sono a basso impatto ambientale. Un gioco che apre la mente a piccoli e grandi e che permette di crescere con la consapevolezza che i problemi ambientali che dobbiamo affrontare sono veramente gravi, nella speranza che arrivare per primi

all’ultima casella non dia solo la gioia di vincere, ma insegni ad impegnarsi unitariamente contro l’innalzamento climatico, un impegno che oggi è veramente prioritario per la vita su questo pianeta.

Un gioco insomma che non punta alla vittoria distruggendo, calpestando, primeggiano, bensì costruendo coscienza sociale!!

di Tommasina Guadagnuolo

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