Ancora un terremoto (ancora in ritardo)

Guido falociNon si può sempre e solo piangere i morti

Siamo arrivati al 2016 e col ciclico terremoto, di un paese dannatamente sismico, ancora dobbiamo contare e piangere dei morti, ancora scoppiano le immancabili polemiche sulla cosiddetta “prevenzione”. Questa volta la macchina dell’intervento emergenziale sembra essere più efficiente che mai (certo, abbiamo sempre più esperienza alle spalle!), ma, parimenti, sapremo esserlo anche “dopo”?
In questo paese, la cui ricerca in materia è all’avanguardia, ancora non si capisce come in zone a così alto rischio sismico e dopo tante sciagure simili, non si sia agito in modo preventivo a tappeto, nella messa in sicurezza delle case. E, parimenti, c’è da restare basiti sulle certificazioni di adeguamento anti sismico di alcuni dei pochi edifici su cui si è operato e che non hanno tenuto. Alcuni governi qualcosina hanno fatto, ma sommessamente, chissà se non nella speranza che nessuno approfittasse dei fondi messi a disposizione, per non pesare sul bilancio. Ma, qualche fumosità burocratica, pur nel logico tentativo di decentrare certe operazioni agli enti locali, forse ha rimesso troppe pratiche, troppi controlli, in mani inesperte.
Ottimo il concedere sconti fiscali, per certi adeguamenti anti sismici, ma per evitare distruzioni di simili borghi, forse sarebbero da estendere al di là delle prime case. E poi, poiché non tutti sono in grado di anticipare certe cifre, per avviare dei lavori che, se tutto va bene, verranno “restituite” in tot-anni, forse sarebbe il caso di prevedere anche una formula di finanziamento a tasso zero, da parte dello Stato?
Ma questa ed altre proposte, sono niente, se non si fanno le cose in modo serio, se non si smette di approfittare di una giusta opportunità per guadagnarci sopra, con lavori non fatti, malfatti e con fatture gonfiate.
Poiché l’Italia resta un paese di furbetti e di delinquenti di tutti i tipi, non sarebbe male anche intervenire con modifiche sui codici penali, affinché per chi costruisca fuori normativa di sicurezza, o che attesti false efficaci ristrutturazioni, abbia gli equivalenti dei massimi di pena: non dev’essere considerato “colposo” un danno solo poiché subordinato ad un imprevedibile evento naturale, ma va considerato il fatto che la scelta di operare malamente o certificare il falso, sia un atto deliberato, quindi consapevole delle possibili conseguenze, ovvero sia “doloso”. E, soprattutto, al di là dell’aspetto penale, anche l’aspetto civile (ossia relativo a multe e/o risarcimenti), parimenti, debba essere il più incisivo possibile.
Altrimenti, continueremo a piangere i morti, esecrare su chi lucra sulle catastrofi e a vivere nella speranza che la prossima volta non tocchi a noi…

di Mario Guido Faloci

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